Enogastronomia

ENOGASTRONOMIA

GUSTO CON ARTE

L’arte di arrangiarsi, tipica delle genti di montagna, si esprime anche nello sviluppo di prodotti tipici intimamente uniti al contesto ambientale e alle sue risorse e nel conseguente confezionamento di piatti unici e particolari.

La polenta rappresenta l’icona per eccellenza di questa tradizione gastronomica locale. Si utilizza principalmente come contorno per piatti a base di carni in umido, arrosto oppure di formaggi e verdure. 

La tradizione culinaria di Sella Giudicarie conta anche tre piatti unici: la polenta carbonera, una pietanza a base di prodotti caseari (burro e spressa) e fresche salamelle, la polenta concia, un tripudio di burro, spressa e pepe e la più recente polenta con le rape (XXX). 

A specificare il carattere di una polenta concorrono la varietà di mais, l’acqua utilizzata, la macinatura e perfino la mano per ammannirla, infine, il luogo e il clima in cui si coltiva il grano, come la pregiata varietà locale del “Marano” di Storo. 

I PRODOTTI LOCALI : 

LE RAPE DI BONDO

Rapy è la Rapa di Bondo! Cresce nei campi pianeggianti della sella di Bondo, ed ha una forma tronco-conica con la punta rivolta verso il basso e sormontata da un cilindro. Per secoli le rape hanno costituito una fonte di sopravvivenza inestimabile per le genti di montagna, grazie alla loro capacità di conservazione. La rapa di Bondo si sposa con carni grasse, formaggi, salumi e insalate, e costituisce, infine, un ingrediente fondamentale per la confezione di un salume tipico locale: la ciuìga.

I PICCOLI FRUTTI

I piccoli frutti sono da decenni oggetto di un’attenta coltivazione curata da piccoli coltivatori locali che ne garantiscono la genuinità e la qualità. Questi frutti contengono un prezioso mix di vitamine e sostanze naturali antiossidanti, in grado di neutralizzare le “tossine” e i “radicali liberi”, responsabili del deterioramento dei tessuti più sensibili del corpo umano. Un insieme di proprietà che, unite ad una coltivazione sostenibile ed al piacere del palato, aiuta a mantenere giovani ed in salute.

LA SPRESSA E IL FORMAÌ DA MOT

Il territorio di Sella è ricco di prati e pascoli pedemontani. La cura dei prati, lo sfalcio costante, l’erba profumata e i fiori di montagna conferiscono al latte doti che si traducono in produzione di formaggi inimitabili, tra cui la Spressa ed il Formai da mòt. La differenza sostanziale tra i due tipi di formaggio è rappresentata dal foraggio con cui sono alimentate le mucche: fieno nel primo caso ed erba verde nel secondo. È così che la Spressa rappresenta storicamente il tipico prodotto dei mesi autunnali, invernali e di inizio primavera, quando i bovini sono custoditi nelle stalle e alimentati con il fieno; mentre il Formaì da mòt è quello tardo primaverile ed estivo, cioè quando gli animali si alimentano sui verdi prati dei pascoli montani.
CHE COS’È LA SPRESSA…
Formaggio magro da pasto dal sapore caratteristico dolce oppure saporito;
…E COME SI PRODUCE 
Ingredienti: latte vaccino, fermenti lattici, caglio, sale;
Aspetto: pasta compatta, di colore paglierino chiaro, occhiatura sparsa, di piccola-media grossezza; 
Peso della forma: da 8 a 10 kg.; 
Maturazione: giovane dopo i 3 mesi, vecchio oltre gli 8 mesi

LE TROTE E IL SALMERINO

Le acque particolarmente cristalline che attraversano i versanti del comune di Sella Giudicarie sono l’ambiente ideale per la coltura in vasca dei pesci di acqua dolce. In questo contesto nascono alcune aziende che hanno fatto dell’allevamento di razze dalla carne delicata, come le trote ed il salmerino alpino, il proprio marchio di qualità.
Dalle troticolture locali escono i pesci d’acqua dolce, dal sapore particolare grazie all’acqua pura in cui crescono, impiegati nella preparazione di antipasti, insalate e primi piatti. Costituiscono un’ottima alternativa al salmone affumicato, essendo più leggeri e meno grassi. Si accompagnano ad un buon vino bianco secco, leggermente aromatico, oppure allo spumante trentino.
Trote salmonate e salmerini possono essere degustati anche affumicati, grazie al più classico sistema tradizionale e artigianale di affumicamento, condotto in laboratorio con fumo di legno dolce e l’aggiunta di sale e zucchero.

IL MIELE

In una valle tipicamente alpina come la Valle del Chiese non poteva mancare il miele di montagna, prodotto da apicoltori sia professionisti che appassionati. In numerosi prati e luoghi si possono vedere da vicino arnie ed alveari e scoprire il paziente lavoro che le api svolgono quotidianamente, per offrirci questo naturale prodotto di eccellente qualità.
Un’infinita varietà di piante e fiori permettono di selezionare la produzione del miele in diversi gusti, di cui il più diffuso e importante è il millefiori mentre il più raro e prezioso il rododendro prodotto in alta quota durante la brevissima stagione di fioritura estiva. 

IL RADICCHIO DELL’ORSO

La cicerbita alpina, o radicchio dell’orso, o radìc da l’ors, è una pianta selvatica, simile al tarassaco, che cresce nei pascoli degli alpeggi tra i 1000 e i 2200 m s.l.m., nel momento in cui si sciolgono le nevi durante i mesi primaverili. Il suo nome si deve al fatto di essere il primo germoglio a crescere in tarda primavera e perciò la storia narra che fosse il primo ad essere mangiato dall’orso al suo risveglio dal letargo.
Vi sono diverse modalità con cui viene consumato. Se molto piccole e tenere le foglie possono essere mangiate crude in insalata, se invece la pianta è più matura possono essere cotte e impiegate come contorno. Ma la sua fama come pietanza è legata alla conservazione sottolio: dopo una scottatura in acqua e aceto, viene infatti immerso in olio di oliva o di semi, con l’aggiunta di aglio e altre spezie e erbe aromatiche, per essere poi consumato in autunno e inverno.

Share by: